Casa Lulù oggi

Casa Lulù oggi
Luisella Roberta e Nadia
Giugno 2015



Che cos'è

Ci chiedono che cosa è Casa Lulù? Chi ci vive? Ci stanno bene? E dopo di voi?
Allora si comincia il racconto, le domande e la curiosità aumentano, sempre, ad un certo punto diciamo: "Venite a Casa Lulù, e vedrete tutto!"

Per noi famiglie oggi è tutto così normale e quotidiano, che non pensiamo al percorso fatto fino a qui, se non in occasione del "Che cosa è?", qualche data:

-        2008, operazione volantino, una mamma fa circolare un foglio di idee, "... parliamone insieme ..."
-        2011 Gennaio, presentazione del progetto al Comune di Milano e accettazione informale
-        2011 Aprile, parte Casa Lulù
-        2011 Giugno, grande festa di inaugurazione
-        2015 Casa Lulù vive un sereno oggi e progetta il suo futuro

A Casa Lulù vivono tre “ragazze”, Luisella, Nadia e Roberta, (hanno difficoltà psicomotorie e necessitano di assistenza), sono accompagnate nella quotidianità da due assistenti familiari.
Le ragazze, da quattro anni, sono andate a "vivere da sole", rivedono i genitori nel fine settimana, e durante la settimana, quando lo desiderano, per un thè o per una cena insieme.
La giornata si svolge  nel seguente modo:
-        Sveglia alle  h. 7.00 seguita dall’igiene personale e colazione tutti insieme, dopo
si avviano con tranquillità verso la Fondazione Don Gnocchi , qualche minuto e sono davanti alle macchinette del caffè con gli altri ragazzi.(momento atteso e  molto gradito)
-        Dalle 9.00 alle 15.30 frequentano il CDD di appartenenza presso la Fondazione Don Gnocchi
-        Alle 15.30, si ritrovano per il ritorno a Casa Lulù;  un appartamento luminoso e ampio, dove le tre ragazze, con l’aiuto delle due assistenti familiari, dopo una buona merenda,  si dedicano alla cura delle  piante e  dei fiori che abbelliscono il  terrazzo, si prendono cura dei  pesci nell'acquario, a turno fanno  l'idromassaggio, vengono coinvolte nella preparazione della cena  (con grande piacere e soddisfazione preparano delle pietanze molto buone) e una volta alla settimana partecipano al corso di yoga.
-        Le ragazze, con l’aiuto delle assistenti, preparano: il menù settimanale, la lista della spesa, escono per la spesa al supermercato
-        A Casa Lulù si organizzano anche le uscite:  il cinema o il teatro, la pizza o il "Cinese", una merenda al bar o una passeggiata con il cagnolino e delle bellissime feste con gli amici
-        Le ragazze amano anche fare shopping, andare dal parrucchiere, dall’estetista per la pedicure , fare la manicure….
-        Due delle tre ragazze, durante la settimana, partecipano all’attività di tempo libero organizzata dalla Fondazione Don Gnocchi.
-        La sera, dopo la cena, si scrive il "diario di bordo" e ogni ragazza è libera di scegliere cosa fare: guardare  un programma alla televisione, usare il computer o il tablet, fare quattro chiacchiere o altro….
-        Dopo una lunga e bella giornata  tutti a riposare.



Perché Casa Lulù

Le famiglie hanno pensato per i loro figli una vita "normale", nonostante le loro gravi fragilità, per questo hanno perseguito l'dea di una residenzialità a forte impronta familiare.
Nel progetto hanno ritrovato al loro fianco la Fondazione Don Gnocchi  e il Comune di Milano, senza il loro contributo il risultato non sarebbe lo stesso.
Ancora oggi, dopo quattro anni, le famiglie si confrontano tra di loro sulle scelte da fare, e si incontrano con l'Educatrice e la Psicologa della Fondazione, che svolgono la funzione del  "Monitoraggio", che per questo tipo di realtà non può non esserci; vengono programmati incontri con le ragazze, i genitori e le assistenti familiari, sia individuali che di gruppo, al fine di individuare punti di forza e di debolezza, sui quali eventualmente poter intervenire.
Frequentando il CDD all'interno della Fondazione, le ragazze sono nella posizione ideale per essere seguite in modo complessivo per tutto il loro progetto di vita, in cui sono presenti gli amici, le famiglie, le assistenti.


Risultati

Se ci chiedessero di riassumere i risultati in una sola frase, diremmo: "Alta qualità di vita delle ragazze". Un obiettivo a lungo pensato e perseguito, e poi, quasi d'incanto, ci si trova davanti ad una nuova figlia che, oltre ad avere manifestato delle capacità che prima non apparivano, è cresciuta in  sicurezza e fiducia, ha la certezza di saper vivere da sola e la capacità, non è una cosa scontata, di saper accettare dagli altri l'aiuto di cui ha bisogno.
L'autonomia è un altro risultato, quella "mentale", che vediamo nelle nostre ragazze, meno "dipendenti" da noi famiglie.
Per noi il "sollievo" è il vedere che il problema del dopo di noi ha trovato una soluzione di qualità e dignità.

In questo percorso abbiamo affrontato anche gli aspetti pratici, organizzativi ed economici.
Le assistenti vengono scelte dalle famiglie con l'aiuto del Monitoraggio operato dalla Fondazione, viene valorizzata la sensibilità per questo tipo di attività, in un rapporto di lavoro che comprende, oltre alla retribuzione, un alloggio, la formazione offerta dalla Fondazione, un clima di fiducia reciproca, e tutto, alla fine, vuol dire opportunità di crescita per loro stesse.
Per gli aspetti economici è stata scelta la strada della semplicità: è stato aperto un conto corrente intestato alle tre famiglie, ove confluiscono l'invalidità civile e l'indennità di accompagnamento (circa 750 € mensili x 3) e il contributo alla persona dato dal Comune di Milano (750 + 750 + 1.000 €).
Tutte le spese vengono pagate con un bancomat, i contanti vengono usati poco.
Le assistenti sono assunte con contratto direttamente dalle famiglie, la retribuzione e i contributi previdenziali escono dallo stesso conto corrente tramite home banking. Analogamente le altre spese (elettricità, gas, telefono, ecc.).
L'appartamento è stato dato in "comodato d'uso gratuito".
Nella gestione nulla viene sprecato, i controlli sono facilitati e, concretamente, si riducono alla verifica di un conto corrente.










Le cose da fare

Dal momento che crediamo che Casa Lulù possa essere una soluzione per molti altri ragazzi, vogliamo contribuire alla replicabilità di questa realtà, tenendo conto delle possibili differenze organizzative.
Su questo modello, "Casa Cenni" ospita tre ragazzi e due assistenti in un appartamento bello e accogliente all'interno dell'omonimo Housing Sociale.

Le cose ancora da fare sono tante, per Casa Lulù e per le altre case famiglia che nasceranno.
Il prossimo passo è di renderle solide e durevoli nel tempo, anche senza la cura dei genitori.

Viste dall'esterno, devono ottenere un riconoscimento "formale", ad esempio la qualifica di appartamento protetto, che porterebbe alla creazione di un'entità economicamente autonoma, in grado di fruire anche per il futuro di servizi, come il Monitoraggio, che oggi sono a titolo gratuito. Questo tipo di soluzioni sarebbero comunque, se consideriamo la qualità di vita, economicamente più convenienti se raffrontate con altre forme di residenzialità.


Un secondo punto di attenzione è la necessità di definire un ente giuridico, una fondazione o equivalente, per garantire che la realtà creata dalle famiglie possa avere continuità, con le stesse caratteristiche di quando è nata. Rientrano fra queste la destinazione d'uso dell'immobile conferito, le modalità di funzionamento fino all'organizzazione del quotidiano, in aderenza ai bisogni specifici, materiali e non, di ogni raga

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