Intervento della Presidente del Coordinamento al Forum Welfare
Intervento
Sosso Coordinamento Genitori CDD Milano- 28 Aprile 2022 Forum Welfare
Vorrei
iniziare dicendo che io sono un caregiver (portatore di cura a titolo gratuito)
e tutte le mie 900 famiglie anche: siamo quindi tutti all’interno delle categorie
citate dall’Assessore Bertolè, come “emergenze” all’interno del Welfare.
1.Anziani:
potremmo star male all’improvviso e, a Milano non esiste più il Pronto
Intervento!! Non esiste assistenza per i nostri familiari se noi siamo ammalati
gravemente!
2.Cittadini
impoveriti per le continue spese per pagare i servizi per i nostri familiari e
che non vengono erogati per tutti: ricerca e pagamento di educatori dedicati,
personale in aiuto alla famiglia che non riesce a gestire da sola la persona
con disabilità perché molto impegnativa oppure visite mediche specialistiche e
continuative cure di fisioterapia che non sono assicurate in tempi ragionevoli.
3.Malati:
l’accudimento senza sosta provoca l’accorciamento degli anni di vita.
Autonomia
Il 7 Aprile
2021, un gruppo di famiglie del Coordinamento, aveva scritto una e-mail
all’ex-Assessore Rabaiotti e ai Direttori del Settore, in cui si proponeva una
rivisitazione dei Servizi dei CDD, perché
diventassero un possibile luogo di coordinazione dei percorsi di emancipazione
dalla famiglia, attraverso una educazione all’adultità ( autonomia per tutti
anche per chi dovrà essere sempre dipendente). Come fare? 1.con progetti
individuali studiati per incrementare la capacità di autonomia favoriti da
educatori preparati.2.con case accessibili anche ai “più gravi”, dedicate alla
sperimentazione, in ogni Municipio, dove provare, a turno, con i propri
educatori, incominciando con 2/3 giorni senza tornare in famiglia: una
esperienza simile alle palestre di autonomia che si possono fare con il
contributo della L.112, ma con educatori conosciuti, fattore molto importante
per i nostri familiari con disabilità. Deve essere una programmazione condivisa
con la famiglia, i CDD e gli enti presenti sul territorio. Immagino che lo sforzo
sarà imponente, ma se non si parte, non si arriverà mai. Il salto necessario è
quello del passaggio dalla “protezione” (utenti come pazienti, fragili e
malati) alla “promozione”; occorre uno sforzo congiunto verso obbiettivi
precisi, lungo un percorso che richiede costanza e determinazione, nel rispetto
dell’individuo e delle sue aspirazioni, oltre che dei suoi bisogni.L’ E-mail,
non ha ottenuto alcuna risposta!
Per quanto
riguarda le sperimentazioni con la L.112, mi auguro che da settembre, con il nuovo
Bando per il trasporto, possano ritornare a pieno regime, senza penalizzare più
gli ospiti dei CDD, le cui famiglie hanno dovuto pagare di tasca propria, con
costi non certo convenienti, le corse da e per gli appartamenti delle
“palestre”.
INCLUSIONE
Quando le
nuove famiglie portano i figli giovani per la prima volta in un CDD, arrivando
dal mondo della scuola, si rendono subito conto di essere arrivate al capolinea
dell’inclusione: questo già la dice lunga. In alcuni CPS, raramente, sono
presenti i rappresentanti dei Municipi di competenza e questo rende difficile
avere proposte ed idee inclusive riguardanti la città circostante.
Lo sport e
le attività ricreative sul territorio, potrebbero essere inclusive se ci fosse
“una contaminazione” tra cittadini con disabilità e non: spesso non accade.
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