Open Day 12 Dicembre 2013 intervento Gilardi


Prima di iniziare il mio intervento vorrei salutare e ringraziare tutti gli intervenuti ma in modo particolare tutto il Consiglio di Zona 4 che a prescindere dalle varie collocazioni politiche si è dimostrato attento alle problematiche inerenti la disabilità. Un ringraziamento particolare al Consigliere Francesca Milanini della Commissione Politiche Sociali, che ha fatto proprie tutte le nostre istanze e non solo per l’organizzazione di questo convegno e a Massimo Diani, Consigliere e Vicepresidente per le politiche sociali, per l’attenzione costante ed il sostegno; due formiche che con la loro caparbietà, hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo.

Il parallelismo con la formica non è casuale, vi leggerò a tale scopo i versi di una brano tratto dal famoso musical ‘Aggiungi un posto a tavola’ :

 

Una formica è solo una formica, uno zero, una nullità;
i granelli di sabbia per lei sono montagne
ma basta che abbia vicino le compagne
e una formica smuove le montagne.
Una formica da sola non esiste, ma resiste soltanto perchè sa
che, come tante gocce fanno il mare,
tante formiche possono formare una comunità,

ma se da sola affronta la fatica,
allora sì ch'è solo una formica.
Ma due formiche sono due formiche, un'idea di solidarietà,
c'è ben poco da fare di fronte alle montagne,
ma se può contare su tutte le compagne,
quella formica smuove le montagne.

Ma due formiche più altre due formiche,
è il principio d'una società.
al nostro lavoro unite il vostro coro,
un'altra s'aggrega, un'altra si fa sotto,
e già siamo un gruppo, insieme siamo otto formiche,
l'esempio è trascinante per altre formiche che chiamano
altrettante formiche che vengono in aiuto di altre formiche
crescendo ogni minuto in lieto fermento diventano già
cento formiche schierate in lunga fila,
son mille, duemila, son tutte le formiche che esistono,
corrono, sgobbano, lottano, vincono, le montagne smuovono…

 

Io mi sento una formica che,nell’ormai lontano 2002,  viene a conoscenza del progetto “Ha.bit” dell’ASPHI di Bologna, frutto della collaborazione di operatori e educatori di varie regioni, finalizzato all’individuazione di elementi di maggior stimolo per disabili mentali attraverso prodotti hardware e software che potessero dare il massimo dell’efficacia educativo/abilitativa. Mi pongo una domanda “perché loro ci sono riusciti… e noi, cosa possiamo fare?”

La realtà informatica dei nostri Centri era, ed è ancora oggi, purtroppo, relegata all’utilizzo di hardware per lo più obsoleti o quasi, frutto di donazioni da privati derivanti dalla loro sostituzione, mentre il reperimento ed utilizzo di software deriva spesso da copie fortuite. Tanta buona volontà da parte di quei pochi educatori informatizzati senza nulla o quasi di sistematico, scientifico e mirato.

Incontro così i pensieri di un’altra formica (la d.ssa Lomascolo) anche lei consapevole che l’innovazione informatica applicata ai disabili mentali potesse dare ottimi risultati ma che si rendeva conto delle difficoltà che un progetto di tale portata avrebbe incontrato negli apparati amministrativi.

Siamo nel 2003, anno europeo del disabile, in aiuto arrivano altre due formiche, il dott.Frigerio ed il rag.Rivetti, presidente e consigliere dell’Associazione S.V.S.S. che avrete modo di conoscere nel pomeriggio, ex dirigenti IBM, che già avevano introdotto nuove tecnologie informatiche in un Centro Disabili privato, creando anche un sito “il vostro mondo” unico in Italia per i disabili. Senza tanti preamboli, nel giro di due mesi, insieme alla d.ssa Lomascolo mettiamo a punto un progetto denominato “Al passo coi Tempi” che prevedeva la costituzione di un laboratorio informatico con fornitura da parte dell’Associazione S.V.S.S.S. di arredi, hardware e software di ultima generazione perché, queste le parole del dott. Frigerio,“ questi ragazzi devono avere il meglio”.

Il progetto presentato ad altre due formiche, il dott.Vavassori coordinatore dei centri comunali e al dott.Mancini, direttore di settore, ottenne in prima istanza perplessità e dubbi circa la sua validità, velocemente fugati dalla tenacia e la determinazione messa in campo dai proponenti. Così in un tempo impensabile per la farraginosa macchina comunale, grazie alla comprensione e reciproca collaborazione, furono trovati gli spazi necessari nel CSE di via Barabino, il progetto ebbe via libera e la sala informatica entrò in funzione con l’avvio dell’anno scolastico 2003/2004. Da allora sono passati dieci anni ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ventisette ospiti, provenienti da quattro CDD comunali, frequentano con entusiasmo il laboratorio, monitorati sistematicamente dagli educatori i quali, a loro volta hanno fruito di corsi di aggiornamento.

Il progetto prevedeva di dare le competenze necessarie affinchè gli ospiti potessero utilizzarle anche nel tempo libero presso il proprio domicilio.

Tuttavia non tutte le famiglie avevano strumenti nè competenze necessarie per seguire il loro congiunti. Come sentiremo nel pomeriggio, altre formiche si unirono ed ecco che, grazie a Massimo Diani, il coinvolgimento di alcuni componenti del Coordinamento Genitori dei CDD Milanesi ed al Banco Informatico è stato possibile fornire a circa trenta famiglie, di vari CDD milanesi, dei computer e stampanti. Non solo ma per le famiglie di zona 4 è stato avviato un corso base per l’utilizzo dei pc.

Noi genitori, come già ho avuto modo di dire al Convegno Disabilinet del 2011 organizzato dalla Provincia di Milano ed in altre sedi, abbiamo bisogno di certezze, i progetti, si sa, sono sperimentazioni a breve /medio periodo. “Al passo coi tempi” non è più un progetto, è diventato quotidianità per gli ospiti ma, sebbene l’impianto scientifico resta tutt’ora valido, tecnologicamente non è più al passo coi tempi, in effetti solo una postazione sulle quattro disponibili è collegata in rete , questa situazione fa si che ci sia quasi una lotta tra gli ospiti per accaparrarsi il computer collegato e le numerose e ripetute richieste di adeguamento non sono mai state prese in considerazione. In dieci anni la tecnologia informatica ha subito una rivoluzione,nuovi strumenti hanno affiancato i computers, parlo dei tablets, molto più duttili, alla Rete, al WiFi ed anche i software che di conseguenza si sono moltiplicati e sono ora  alla portata di tutti. Occorre che la Regione Lombardia, l’ASL e l’Amministrazione comunale se ne facciano realmente carico e che i laboratori informatici diventino un presidio sanitario atto a fornire abilitazione anche per l’inclusione e come tale costantemente monitorato ed aggiornato e non sia relegato ai soli quattro CDD interessati ma sia esteso a tutti i quindici CDD comunali, perché tutti devono poter godere degli stessi diritti e vantaggi.

So che una simile innovazione può sconvolgere i piani individuali educativo/abilitativi, penso alla fornitura e manutenzione di tecnologie, al reperimento e allestimento di spazi, all’aggiornamento costante degli educatori, alla elefantiaca montagna burocratica.

Questi sono i veri “handicaps”, che possono essere superati senza grandi investimenti economico/strutturali. “Al passo coi tempi” è una risorsa per il Comune di Milano, un fiore all’occhiello da esibire all’esterno come modello di efficienza, anche in vista dell’imminente EXPO 2015 che ha come tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. E’ stato scritto che” sarà uno straordinario evento universale che darà visibilità alla tradizione, alla creatività e all’innovazione nel settore dell’alimentazione.” Ed io aggiungo parafrasando “ma non di solo pane vive l’uomo”. Non basta aver sottoscritto la Convenzione ONU che sancisce il diritto ad una vita adulta autonoma per le pcd con un percorso di autonomia che prepara le pcd alla separazione dalla famiglia, questa è l’occasione per essere veramente “al passo coi tempi”, ossia fare qualcosa di concreto per trovare nuove risorse da dedicare ai disabili mentali, interessando aziende informatiche a diventare sponsor, deve essere patrimonio dei media per una sana informazione alla cittadinanza, uno stimolo per Amministratori ed educatori, allora si che tutti potremo definirci formiche che, senza pensare ad un tornaconto personale, corrono, sgobbano, lottano, vincono e le montagne smuovono.

 

 

   

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