Verbale dell'Assemblea dei CDD del 20 marzo 2018
RELAZIONE
DELL’ASSEMBLEA n.323 del 20 marzo 2018
Sono presenti i
rappresentanti dei C.D.D.: BARABINO- B.daNOVATE- CHERASCO- DeNICOLA- FARAVELLI-
GONZAGA- ZOIA- NARCISI- NOALE- PUGLIE- STATUTO- TREVES- PiaMARTA- BAZZI1-
BAZZI2- CASCINABIANCA- CASORETTO- COLLEONI- VISMARA- DonGNOCCHI 1 2 3 4-
FERRARIS- IL GABBIANO- MONVISO- ILMELOGRANO- STELLA POLARE. Sono presenti 28 CDD su 40.
RELAZIONE
DEL PRESIDENTE
Intervengono oggi alla nostra assemblea la dott.ssa Maistri (Dirigente
Responsabile del settore) e il dott. Vailati (Responsabile di settore) che
abbiamo inviato a partecipare per rispondere alle nostre domande. E’ presente
anche la Consigliera del Municipio 8 Gaia Romani. Prima di lasciare la parola
ai Rappresentanti e ai nostri ospiti, vi relaziono velocemente sui lavori del
Direttivo in questo mese di marzo.
Iniziamo dall’ISEE ordinario che viene richiesto per il contributo pasto.
La lettera inviata dalla dott.Maistri a
noi del Direttivo e inoltrata a tutti i CDD lo scorso mese (che abbiamo letto e
commentato insieme durante lo scorso Coordinamento) specificava che, non
essendo state emesse nuove Delibere, anche quest’anno sarebbero stati
applicati gli stessi criteri di quello passato, quindi Isee Ordinario con soglia 6.000€. Abbiamo nuovamente contestato questo
criterio: la soglia di povertà e l’ISEE ordinario sono inaccettabili perché noi
siamo servizi sociosanitari e per il sociosanitario la legge dello Stato
prevede l’Isee ristretto.
Già nel 2017 abbiamo contestato vivacemente questa delibera, convocati ad
un incontro con L’Assessore Majorino in Lg Treves (presenti anche dott.ssa
Maistri e dott.ssa Maggioni) abbiamo ancora ribadito che venisse applicato ISEE
ristretto, l’Assessore si era dichiarato d’accordo, ma solo verbalmente senza
che nulla venisse scritto o deliberato in merito.
Quest’anno non hanno deliberato nulla, veramente non hanno ancora
deliberato neppure in merito agli RSD (sentenza del TAR della Lombardia
illustrata nello scorso Coordinamento) e
Il Comune di Milano non ha un suo
Regolamento sull’applicazione del’ISEE.
Il 13 marzo abbiamo avuto un incontro in Lg.Treves , sul tema ISEE con
Dott. Minoia, Dott.ssa Maistri e dott.ssa Maggioni, ha partecipato l’assessore
Majorino, incontro che possiamo
giudicare positivo. Abbiamo chiesto di
deliberare in merito a ISEE ristretto (del solo disabile) con soglia a =0. (Nel
2015, quando era stato proposto Isee Sociosanitario = 0, l’avevamo contestato
perché sull’Isee come veniva calcolata gravavano sia la Pensione d’invalidità
che l’Accompagnamento e non avrebbe potuto MAI essere a zero. Poi il ricorso al
TAR del Lazio di alcune Associazioni di Disabili (sentenza del dicembre 2016) e
l’accoglimento della sentenza del TAR da parte del Consiglio di Stato e
pronunciamento del nuovo regolamento ISEE: è stata revisionato il calcolo
dell’Isee, togliendo gli emolumenti ma anche la possibilità di scaricare le
spese. Quindi Isee ristretto=0 avrebbe
il 68% di famiglie esentate dalla compartecipazione alla spesa della mensa.
Nel secondo incontro in Treves,
finalmente il dott. Minoia ha citato la Legge Regionale che invita
all’applicazione dell’Isee Sociosanitario nell’ambito dei servizi
sociosanitari, come appunto i CDD, e l’assessore Majorino si è detto favorevole
a procedere se non viene bloccato dalla Ragioneria, perché questa decisione
creerebbe un disavanzo nelle Casse Comunali di oltre 300.000€. Va inoltre
ribadito che (non per essere corporativi) ma in questa partita del
Sociosanitario non possono essere inclusi anche CSE, SFA e CAD, perché sono
servizi socioeducativi e non possono essere equiparati ai sociosanitari. Sono
stati assimilati inopinatamente ai CDD con una delibera del 29/12/2015
esentandoli giustamente dal pagamento di 60€ al mese indiscriminati (senza
valutazione ISEE) e con una revisione
della quota pasto uguale alla nostra di 2,60€.
Ci ritroveremo nuovamente con l’Assessore il 9 aprile e ci auguriamo che
sia emanata una Delibera che corrisponda alle nostre richieste e alla Legge.
Dal punto di vista economico, un problema grosso per il Comune sono le
assenze: nei Cdd comunali nel mese di luglio arrivano al 38% di presenze quindi
più del 60% di assenze. Noi avevamo anche proposto di accorpare alcuni
Cdd vicini nei mesi estivi ma
sembra che la cosa sia impossibile per motivi sindacali e organizzativi.
L’assessore Majorino ci ha proposto di andare congiuntamente a parlare in
Regione Lombardia e ridiscutere una modifica della DGR sulle assenze. Ad oggi
la Regione riconosce 20 giorni di assenza + 10 concordati nel PEI e, oltre tale
limite, non versa più la quota sanitaria a suo carico agli Enti Gestori
(politica del vuoto per pieno).
Tutti sapete che ci siamo recati
in audizione lo scorso 5 dicembre 2016 in Commissione Sanità Regionale per
chiedere un aumento dei giorni di assenza dei frequentanti i Cdd, retribuiti agli enti Gestori , ma su una
richiesta di 40 giorni ne hanno concessi
4! Noi chiediamo che non siano conteggiati nei 20 giorni le assenze per
malattia, perché i nostri ragazzi sono fragili ma non è possibile pensare
di trattarli come carcerati o ospedalizzati. Sicuramente c’è tutta la nostra
disponibilità per andare a discutere con l’Assessore, non appena la Regione
avrà confermato i suoi incarichi (è probabile che sarà ancora l’Assessore
Gallera ad occuparsi della Sanità).-
7° FORUM delle POLITICHE SOCIALI: si svolgerà dal 22 al 27 marzo con
presentazione a CityLife Spazio Cinema Anteo in Piazza delle Tre Torri.
Seguiranno dibattiti tematici ed eventi vari in diverse sedi cittadine. In
particolare per le nostre tematiche segnalo il 26 marzo alle ore 14.00 nella
Sala Conferenze del Palazzo Reale in Piazza Duomo: Lo sviluppo dei servizi
diurni per la disabilità - e il 27 marzo
alle ore 10.00 presso il Centro Ricreativo Ratti di via Cenisio 4: La scommessa
del Durante e dopo di noi. Per tutto il resto il programma è consultabile sul
sito del Comune di Milano.
NOTIZIE
VARIE DAI C.D.D.
Pellegrini-Ferraris: a novembre è stata fatta l’assemblea di tutte le famiglie durante la
quale si è deciso di fare il tradizionale pranzo di Natale; è stato bello,
hanno partecipato 28 famiglie su 30! I ragazzi servivano a tavola insieme con
gli educatori, che non avevano un posto fisso ma giravano per parlare con
tutti. – E’ stato fatto un sondaggio sulle preferenze di luogo per le vacanze
estive (mare o montagna) di cui non sappiamo ancora il risultato ma sarà una
settimana tra giugno e luglio.- In aprile, parteciperemo alle Olimpiadi della
disabilità a Livigno, come lo scorso anno: 4 giorni in albergo con i loro
educatori; quest’anno si vorrebbero inserire, oltre agli “atleti”, anche altri
ospiti con i loro genitori per fare una vacanza sulla neve.- A dicembre un ospite è stato dimesso e a
gennaio è stato subito sostituito; abbiamo due educatrici in maternità che però
sono già state sostituite.- Attività esterne:
un gruppo si reca al canile e porta a spasso i cani, un gruppo va in oratorio,
un gruppo fa attività con gli anziani.-
Ad aprile verrà organizzata una gita di un giorno per i ragazzi, le
famiglie e gli educatori con le loro famiglie: lo scorso anno siamo andati a
Torino allo Zoo Safari, è stata una bella occasione per conoscerci tra
famiglie. – Domenica prossima, 25 marzo, un gruppo parteciperà alla Stramilano
come lo scorso anno.
Tosca-Casoretto: inizio con un’osservazione sulla faccenda della B1 e sull’ISEE: trovo
assolutamente non logico che ci sia una connessione tra la B1 e l’ISEE,
qualunque sia l’entità dell’ISEE stesso. La B1 viene riconosciuta in base ad
uno stato sanitario del soggetto, uno stato gravissimo: non basta essere
disabile, devi essere gravissimo! Allora questo riconoscimento va dato in
relazione alla mia salute, indipendentemente da quello che c’è dietro come
reddito. - Io ho un figlio disabile al
100% , con epilessia e tetraparesi spastica, frequenta il Cdd Casoretto il
lunedì mercoledì e venerdì, per il tempo restante è con noi a casa. Abbiamo
cercato di pensare al ‘dopo di noi’ come modalità per continuare a conservare
il suo stato di benessere attuale: abbiamo già presentato un progetto che non
può certo riferirsi all’autonomia, che lui non avrà mai, ma al suo benessere, e
riteniamo, forse con un po’ di presunzione, che la vita che sta conducendo ora
sia quella giusta. Quando è uscita la L.112, ho pensato che finalmente fosse
uscita una normativa che ci avrebbe aiutato ma poi ho capito che tutti i casi
previsti non comprendevano il nostro. Vorrei segnalare, a voi che rappresentate
l’Ente Pubblico, che siamo contenti che sia stata fatta questa legge, ma è solo
un inizio. La Legge 112 lascia scoperti
un sacco di problemi tra l’altro quello dei disabili più gravi: si parla di
soggetti già predisposti ad una certa autonomia. Il problema del “dopo di noi”
riguarda anche gli altri, tra cui mio figlio, che sono gravissimi e ai quali è
stato detto: non puoi essere inserito nella 112. Sollecito che questa Legge
venga arricchita da una serie di provvedimenti che consentano soluzioni anche a
questi genitori, molti dei quali non più in condizioni di aspettare ancora
chissà quanto tempo. In un progetto tipo
il mio, dove mio figlio si sobbarca praticamente quasi tutti i costi, l’ente
pubblico verrebbe a coprire solo quella piccola differenza atta a realizzare il
benessere di questo soggetto (e ribadisco ‘benessere’ e non autonomia, perché
quella non ci sarà mai, magari se ci fosse!). Abbiamo faticosamente realizzato
questa situazione di benessere, proporre adesso un’altra soluzione lo farebbe
stare male, questo è certo e, a conti fatti, con il nostro tipo di progetto
l’Ente pubblico addirittura risparmierebbe.
Allora bisogna riuscire ad allargare a TUTTI la possibilità di realizzare
il Progetto di vita individuale, anche tramite azioni politiche magari a me
sconosciute, Questa legge è sicuramente un primo passo ma insufficiente.
Giomini-Treves: oggi parlo in modo specifico di un argomento che ho già affrontato altre
volte: Piazza Turr. Parliamo di una struttura che prima ospitava un Cdd (
Faravelli ), un presidio di Polizia e un presidio ASL, che ora deve essere
abbattuta e lo spazio che occupa riutilizzato in qualche modo. Noi abbiamo da
subito sostenuto che quell’area deve rimanere patrimonio del mondo
dell’handicap e su questo stiamo da un po’ dibattendo. Ad oggi, abbiamo cercato
di accelerare al massimo l’abbattimento della struttura: è fatiscente e va
messa in sicurezza ( forse c’è anche presenza di amianto…), e finisce col
venire utilizzata come rifugio da nomadi e persone senza fissa dimora.
Purtroppo tutte le procedure burocratiche in Italia hanno tempi
inspiegabilmente esagerati. C’è stata una riunione il 2 marzo, nello studio
della dott. Maistri, in cui è stato fatto il punto con il personale tecnico,
per capire quale percorso si sta seguendo e, in questa sede, è stato
ufficialmente richiesto che il Settore venga periodicamente aggiornato e con
esso anche noi familiari. La nostra richiesta è che quest’area, che nelle
previsioni del Comune dovrebbe diventare zona verde, venga riutilizzata a
favore delle tematiche della disabilità e quindi assegnata al Settore Politiche
Sociali. Come muoversi: il Municipio 8 ha già fatto la sua parte approvando una
Delibera che sollecitava questo percorso e mi auguro anche l’Assessorato faccia
altrettanto. Nel contempo va affrontato il discorso economico, perché
naturalmente non ci sono disponibilità. Bisogna lavorare per 1) stendere
un Progetto di fattibilità sulla scorta
di parametri aggiornati sulle esigenze e sulle caratteristiche della gestione
del “dopo di noi”; 2) individuare i
percorsi più opportuni per arrivare ad un traguardo economico finanziario e
questo passa attraverso l’iniziativa privata ( quindi Fondazioni, Aziende,
ecc). Per far questo bisogna mettersi
intorno a un tavolo per individuare COSA vogliamo fare, COME lo vogliamo fare,
CHI lo fa, QUANTO bisogna reperire per realizzarlo. L’Ufficio della dott.
Maistri si è detto disponibile a sedersi al tavolo con noi e anche noi dobbiamo
decidere chi rappresenterà le famiglie del Coordinamento in questo percorso.
Gaspari-Cherasco:
ho un grave problema personale con mio
figlio, down oligofrenico di 49 anni, che frequenta il Cdd Cherasco da
vent’anni. Dal quando è diventato anche portatore di catetere, due volte al
giorno un infermiere viene al centro per svuotargli il sacchetto e questa cosa
ha provocato una serie di difficoltà e incomprensioni con il personale del Cdd.
Ultimamente il suo programma è praticamente azzerato e, non avendo più nulla da
fare, mio figlio va in giro per il Centro e parla, perché non può rimanere
tutto il giorno seduto a disegnare coi pennarelli… La direzione del Centro
adesso mi ha richiesto di autorizzare durante le ore di frequenza al Cdd la
somministrazione del sedativo previsto nel suo Piano terapeutico, che ad oggi
mio figlio prende solamente a casa, mattina e sera. Mi hanno anche richiesto di
firmare un foglio nel quale io mi assumo ogni responsabilità di questa
somministrazione, minacciando di lasciare a casa Simone. Mi sembra una
forzatura inammissibile e mi auguro proprio che questo problema venga chiarito
al più presto!
Fiori-Narcisi: anche a nome del Cdd Noale espongo il problema del funzionario: in
pratica c’è e non c’è, viene e non viene…. Io sono rappresentante dei
familiari, avrei piacere di incontrare e di conoscere il Responsabile del
nostro Cdd; penso che sia normale instaurare un dialogo con le famiglie. Se questo signore c’è ed è stato assegnato,
dovrebbe almeno presentarsi. Mi sembra che abbia ancora delle perplessità a
lavorare nei nostri Centri e allora chiedo alla dott. Maistri di darci delle
delucidazioni in merito.
Manzoni-Statuto: il mancato assestamento dei direttori ha provocato un discreto disagio:
in via Statuto ho notato un allentamento dell’attenzione nei confronti dei
genitori in generale: a parte un CPS nell’autunno scorso, non ci sono stati
momenti di maggiore coinvolgimento delle famiglie, neppure per approfondimenti
sulla Legge 112. Non ne ho ancora parlato con la PO coordinatrice, ma di fatto
ho poche occasioni d’incontrarla perché è impegnata in più CDD - Inoltre,
poiché non c’è sufficiente chiarezza rispetto alla B2, vorrei che ci fossero
spiegati meglio quali sono i requisiti per fare domanda. Come si integrano o si
escludono questi con altri contributi? A proposito della L.112, sono d’accordo
che sia solo un inizio e mi sembra di vedere una certa timidezza nelle offerte
residenziali innovative degli enti che si occupano della sua applicazione.
Stiamo parlando di costruire un Progetto PER e CON la persona, definito da un
Budget di progetto ma le proposte delle Cooperative sono sempre un po’ nella
tradizione, cioè per le persone medio-gravi, come già segnalava Tosca. Va
ribadito, prima di tutto agli Enti Gestori, che questa è una legge per le
persone GRAVI, per cui una selezione apriori non va affatto bene. All’interno
degli appartamenti non bisogna solo classificare gravi, meno gravi e più gravi
ma organizzare gruppi sulla compatibilità, mescolando le condizioni di
disabilità. Le modalità di convivenza possono essere delle più svariate,
bisogna iniziare a discuterne. Ci sono anche già delle esperienze
“coraggiose” che funzionano. Io auspico un Osservatorio sull’applicazione della
L.112 per seguire anche le nuove iniziative, vedere cosa funziona e cosa no, e
per costruire progetti per la persona in un’ottica più ampia possibile.
Giussani-Vismara: dopo molti anni di permanenza al Centro, la nostra responsabile Marina
Simoncini ha deciso di lasciarci. Al suo posto è subentrata la sig. Federica
Imperiale, già conosciuta perché responsabile della nostra Comunità Alloggio. –
Domenica 22 aprile festeggeremo il 25° anniversario del nostro Centro.
Zanchi-DeNicola: a proposito della L.112: sono fra quelli che hanno fatto domanda.
Non avevo grosse aspettative perché, rispetto alla vita in appartamento, so che
per mia figlia, autistica, ci sono grosse difficoltà di adattamento e
relazionali in un’esperienza simile e anche in ProgettaMi non era stata
inserita. Da un paio d’anni sono accompagnata dal Case Manager ottenuto tramite
il progetto Regionale Case Management Autismo e abbiamo dovuto andare fuori
Milano per trovare un’associazione che ci consentisse di fare un progetto
seguendo i tempi e le modalità di mia figlia, ossia massima gradualità per
l’inserimento nell’ambiente e nella costruzione delle relazioni significative.
Anche se di fatto è un percorso di autonomia dalla famiglia, con continue
verifiche e assestamenti, non si svolge in un appartamento ed è inquadrato come
‘Sollievo’ in una RSD: in quanto tale la nostra domanda è stata accettata. Ne siamo lieti perché è un percorso lungo e
che non sappiamo bene dove ci porterà, ma la cosa importante è che si è
incominciato a parlarne. Le Assistenti Sociali
stanno raccogliendo tante problematiche, incontrando direttamente le famiglie
che lo richiedonoo; certo, l’amministrazione è spinta dall’urgenza di dare
attuazione ad una legge in cui vengono assegnati dei fondi, ma per noi è
un’occasione di cui dobbiamo approfittare per presentarci ognuno con la nostra
storia, richiedere progetti mirati e fare capire cosa ancora manca, cosa serve
secondo noi. - Sempre sul tema del
‘distacco’ un’esperienza che bisogna generalizzare è quella di “casa Puglie”: è
inserita nel territorio, è collegata agli operatori del Cdd, prevede moduli
graduali di utilizzo, ha le caratteristiche per essere sperimentata da tutti e
per dare affidabilità alle famiglie. Stiamo cercando anche nella nostra zona,
Municipio 6, di portare avanti un progetto simile, per una Casa-Palestra delle
autonomie, e credo che anche in tutte le altre zone sarebbe un grande passo
avanti verso una maggiore autonomia avere una casa dove passo dopo passo tutti
coloro che frequentano i CDD possano mettersi alla prova seguendo i propri
tempi.
Riva-CascinaBianca: riprendo il fatto che le persone gravissime siano sempre lasciate fuori.
Io ho due figli disabili di 46 e 41 anni, affetti da autismo e sordità: il più
giovane vive in casa con noi e frequenta il cdd. Noi immaginiamo che il suo
futuro possa essere in una comunità alloggio perché è una persona
tranquilla. Il figlio maggiore si trova già da tempo in una RSD
della Fondazione Sospiro, nell'omonimo paese in provincia di Cremona. Da
adulto è sempre stato fuori casa per la gravità dei suoi problemi di
comportamento: prima in Liguria, poi a San Colombano al Lambro e, per un
breve periodo, in una casa famiglia per persone autistiche della Sacra Famiglia
(a Settimo Milanese). Purtroppo in seguito ad un ricovero in ospedale, non
è stato più accettato nella casa famiglia. L'unica collocazione possibile è
stata presso la RSD di Sospiro. Ci sono persone disabili aggressive
ed autolesioniste, con comportamenti disturbanti, con stereotipie molte volte
difficili da sopportare, che spesso non dormono di notte, etc… e molte
famiglie, che hanno figli come il mio, devono andare fuori Milano per trovare
situazioni dignitose ed adeguate per accoglierli. Questo porta tutta una serie
di disagi, non solo per noi genitori che diventiamo vecchi e che dobbiamo fare
molti chilometri per stare con loro poche ore, ma anche per i nostri figli che
si trovano sradicati dal territorio di origine e dai loro affetti; non
dimentichiamo che molte RSD sono sovente ex-manicomi
riconvertiti e tutte le persone che non trovano accoglienza altrove vengono
convogliate in queste strutture. Sarebbe più logico che una città come
Milano, la città dell’Expo, della moda, della ‘Scala', si dotasse anche di
una struttura moderna e al passo coi tempi dove accogliere queste persone.
Abbiamo fatto delle ricerche a Milano per riavvicinare nostro figlio, ma non
troviamo niente. A Sospiro, per altro, i dirigenti hanno delle idee
innovative che meriterebbero di essere replicate in RSD milanesi! Così è stato
fatto per esempio a Brescia, per cui alcuni ospiti di Sospiro sono potuti
tornare vicino alle loro famiglie Certo occorre personale
specializzato e psichiatri esperti dell'autismo che,
ad esempio, somministrino terapie calibrate, senza abusare
dei farmaci e puntando su interventi educativi. Concludendo:
occorre che Milano faccia un grande sforzo per mantenere veramente
"la persona al centro", come per anni ci siamo sentiti dire, per
rispettare i diritti delle persone disabili e migliorare la loro qualità
della loro vita, anche andando a modificare l’assetto delle
RSD.
Baroncelli-IlGabbiano: spendo anch’io due parole sulla L.112 che nelle famiglie con persone
disabili ha creato molte aspettative, non tanto per il contributo economico
quanto perché riprende il discorso del Progetto Individualizzato, già richiesto
nel 2000 dalla Legge 328 e mai attuato. Come famiglia, siamo stati ben
impressionati dalla presentazione di questa legge e abbiamo subito fatto
domanda nell’ottobre del 2017. Ora siamo perplessi perché gli operatori con cui
abbiamo parlato non ci prospettano un percorso di elaborazione di un P.I.
Se noi avessimo già in mano un Progetto elaborato con altri, Associazioni o
enti Gestori, allora tutto può andare liscio e si ottengono finanziamenti. Dove
invece occorrono particolari attenzioni per capire se la persona disabile ha
bisogno di certi strumenti piuttosto che di altri per proseguire nel discorso
dell’autonomia - che nel nostro caso nostra figlia già fa, ma che deve essere
potenziato - allora non ci siamo. O il Comune fa chiarezza o ci lascia tutti
nel limbo. Tutti noi abbiamo la nostra idea su come procedere e la stesura di
un progetto condiviso dovrebbe darci il supporto di personale specialistico per
capire se e dove ci sono delle criticità e come affrontarle. Si parla di un
Progetto Multidimensionale sulla persona che vede attori in primis gli
operatori del Cdd ma anche personale specialistico sulla disabilità,
psicologi ed altro, di cui però non abbiamo notizia. Durante il colloquio
ci è stato chiesto solo cosa fa il nostro familiare durante la settimana e a
quali costi. Allora se il discorso è: finanziamo gli Enti Gestori che in questo
momento possono prendersi in carico il familiare, ok, è già un passo, però
diciamolo chiaramente, non illudiamo le persone con il discorso della presa in
carico con un Progetto Individuale.
interviene
dott.Vailati: ringrazio per l’invito e provo a
dare qualche risposta. La B1 è un contributo Regionale, non è gestito dal
Comune e noi conosciamo solo l’elenco dei beneficiari. Ci sono dei criteri, dei
parametri ISEE, ma non li abbiamo messi noi, sono comunque abbastanza elevati,
si arriva a 40.000€. Sulla B2 non ci sono novità: gli aventi diritto sono gli
stessi, i fondi sono gli stessi, riusciamo ad assicurare tutti i rinnovi e solo
una piccola parte è in lista d’attesa. L’anno scorso abbiamo avuto 70/80
persone e siamo riusciti ad inserirle tutte. Faccio presente che gli altri
ambiti assegnano la B2 a partire da quando viene finanziata dalla Regione e
fino alla fine del finanziamento, che vuol dire che molti ambiti stanno
partendo a febbraio o addirittura a marzo ad elargire i fondi, senza recuperare
le due mensilità precedenti, mentre il Comune di Milano dà continuità: chi ce
l’ha continua a prenderla senza interruzioni.- Rispetto alle Vacanze la novità
sostanziale è che abbiamo avuto un incontro col vostro Esecutivo in cui ci sono
state poste una serie di criticità che abbiamo recepito. A parte il discorso
ISEE nel merito del quale io non posso entrare, tutte le altre questioni sono
di assoluto buon senso e nel prossimo atto che faremo cercheremo di inserire
queste indicazioni che ci sono state date. I fondi sono gli stessi, verrà
individuatala la società operativa che gestirà i fondi con una Gara che
facciamo tutti gli anni (anche se poi partecipa sempre lo stesso ente). – Sul
“dopo di noi”: abbiamo uno sportello con un’equipe multidisciplinare, in cui si
alternano assistenti sociali e psicologa; le domande vengono raccolte e, se ci
sono i requisiti e vengono accolte, sono portate ad altra equipe dove
partecipano anche operatori sanitari ASST e il Progetto Individuale, per quanto
possibile e con gli strumenti che abbiamo, viene così predisposto. Stiamo
facendo una graduatoria, anche se nel primo Bando non è rimasto fuori nessuno,
e in seguito invieremo le lettere che comunicano che il contributo viene
accolto e poi si parte. Sulla Parte A, quella Infrastrutturale, abbiamo già
fatto tutto, dobbiamo solo pagare; sulla Parte B, quella Gestionale, dato che
le domande erano dieci volte di più, ci vuole un tempo più lungo. - Infine, per rispondere un po’ anche a quello
che è stato detto, lo spirito delle L.112 è quello di spingere nella direzione
di micro comunità e appartamenti in condivisione, il “dopo di noi” della L.112
prevede l’utilizzo di questi modelli; non è l’andare vivere per contro proprio
né l’entrare in una Residenza; i progetti di “vita indipendente” sono altra
cosa e vengono anch’essi finanziati ma tramite altri fondi. Lo sportello “dopo
di noi” rimane aperto ancora 10 giorni ma ci saranno nuove possibilità a
ottobre e poi anche nel 2019; potete venire anche dopo la scadenza a chiedere
informazioni, a presentarci la vostra idea, siamo disponibili ad ascoltarvi.
interviene dott.ssa
Maistri: ringrazio la sig.ra Pisoni e auspico che possano
esserci altre occasioni di questo tipo, prima di tutto per conoscerci, per
ascoltare le segnalazioni e poi, se possibile, per dare delle risposte subito
ma credo che il tema di fondo sia la costruzione di una relazione. Ad esempio
sul tema del “dopo di noi” emerge in modo preciso che è iniziato un percorso,
che ci sono delle cose su cui dobbiamo riflettere e abbiamo bisogno di capire
cosa ne pensate voi. Enrico Vailati vi
ha un po’ spiegato in merito alla L.112 e con Regione Lombardia abbiamo già
cercato di interpretare in maniera più ampia possibile quelle che erano le
indicazioni legislative. Laddove ci siamo riusciti, tipo il tema del
“sollievo”, siamo riusciti a dare un’interpretazione più estensiva ma a volte
le normative non riescono ad andare incontro a tutti i problemi ed
effettivamente è necessario fare un’azione, di cui ci faremo portavoce, per
cercare di risolvere i temi che voi avete proposto. Il tema dei “gravissimi”,
di coloro che hanno bisogno di maggiore accuratezza, della differenza tra
“benessere” e “autonomia”. Io credo
molto nel lavoro con i genitori, perché insieme possiamo definire, sollecitare,
proporre soluzioni coerenti. E’ iniziato un percorso, siamo consapevoli che va
migliorato, anche per quello che riguarda la nostra organizzazione e le nostre
capacità. Non è facile per le nostre operatrici riuscire a capire
effettivamente che cosa è meglio fare. Abbiamo esperienza di una pluralità di
situazioni: c’è chi arriva con un Progetto già confezionato che va comunque
valutato e chi invece deve ancora avviare un percorso; non è semplice
affrontare situazioni molto diverse per le quali bisogna trovare diverse
modalità di intervento. Il Progetto Individualizzato teoricamente sappiamo
cos’è e si distingue in programmi rispetto alle diverse dimensioni della
persona. Anche Regione Lombardia è convinta della necessità di andare “oltre” i
singoli interventi, il percorso di accompagnamento mira a “costruire”, con le
modalità più appropriate, un percorso di maggiore autonomia che vada a definire
la soluzione futura ottimale, naturalmente con tutti i supporti. Non sono
decisioni semplici da maturare e credo ci sia sempre la grande preoccupazione
di sbagliare. Anche per noi questo è stato un po’ un banco di prova, per il
P.I. abbiamo capito quali sono le componenti ma dobbiamo cercare di migliorare.
Siamo comunque contenti di avere avuto un buon numero di domande, che non ci
aspettavamo, e che significa che se ne è parlato molto fra le persone e in
molti ambiti. Anche gli enti del 3°settore ci hanno dato una mano
nell’approfondimento e diffusione delle tematiche. Le domande sono focalizzate
al 90% sui percorsi di autonomia mentre sugli interventi infrastrutturali non
abbiamo avuto molte richieste. Forse dobbiamo anche noi dare migliore
comunicazione sulle tipologie possibili di questi interventi. Abbiamo anche
avuto la disponibilità da parte dell’Ordine degli Avvocati di Milano di dare
informazioni su alcuni punti della normativa che non sono facili, sui temi
giuridici della L.112. Parliamo di informazione gratuita, non di accaparramento
clienti, naturalmente. Ho accettato volentieri e stanno cercando di
organizzarsi per poi fare degli incontri con le famiglie. Ci siamo rivolti a
delle Associazioni per saperne di più su certi argomenti, sulla Domotica per
esempio. Ci stiamo muovendo per applicare al meglio la normativa. –
Rispetto a certi interventi che segnalano la difficoltà per le famiglie
di dover andare a cercare fuori Milano servizi più idonei, certo ci piacerebbe
avere una copertura completa dei bisogni, ma è chiaro che non è fattibile
nell’immediato, si tratta di andare a costruirla, per dotare la città di Milano
dei servizi che servono. Si è parlato delle “palestre” come Casa Puglie. L’area Urbanistica ha avviato un percorso di
ridefinizione del Piano di Governo del Territorio (PGT). Esso prevede al proprio
interno un Piano dei Servizi, che definisce le esigenze e la loro collocazione
all’interno del territorio cittadino. Le strutture possono essere realizzate
dal Comune o da privati, anche tramite le cosiddette Convenzioni Urbanistiche.
Anche noi come Politiche Sociali siamo stati chiamati a dire quali sono le
nostre esigenze e fare delle proposte. Credo sia importante a questo punto
porre l’attenzione anche alle esigenze delle persone con disabilità e credo che
quello sia lo strumento giusto per fare un ragionamento più generale e
andare a proporre i servizi indicati questa mattina ( parliamo di Casa Puglie,
Piazza Turr quindi gruppi di appartamenti e abitazioni in grado di dare
soluzioni per gravi e gravissimi)
Ovviamente questo non significa che poi la fattibilità sia immediata,
dopo andranno trovati i canali da percorrere che possono essere le Opere
Pubbliche con finanziamento comunale oppure le Convenzioni Urbanistiche oppure
l’aiuto da parte del Privato. - Anche il discorso sui
Progetti Individuali rimane aperto e sarebbe importante ragionare sulla
convivenza fra persone con disabilità di diversa gravità. Con chi andare ad abitare? Cosa intende la
normativa per “più persone” ( almeno due) all’interno dell’appartamento? Può essere una persona con disabilità grave e
un’altra persona con disagio ma non con disabilità? Regione Lombardia ci ha risposto che deve essere sicuramente
almeno una persona con disabilità grave e poi potrebbe essere un’altra persona
con disabilità diversa. E’ chiaro che ci siamo trovati dei vincoli, però credo
che ci sia un percorso di riflessione alla luce dei punti interrogativi che ci
sono arrivati dai vari enti. Si è veramente aperta una discussione su questi
temi perché anche gli altri Comuni hanno molto approfondito e si sono portati
dubbi non solo dalle famiglie ma anche dai vari livelli istituzionali.
Interviene Pisoni: su questo argomento vorrei specificare che esiste già una Casa, in
via Cenni, dove abbiamo tre disabili di cui due in carrozza e uno che cammina,
quindi una realtà abitativa che si può ripetere. Il problema è che non ci sono
le strutture, in ambiente protetto, in un Housing sociale dove è presente uno
SFA, ci sono delle persone che si danno disponibili. Quindi cercare di
coinvolgere il dott.Rabaiotti in modo di spingere per avere degli edifici dove
realizzare realtà similari a Casa Cenni. – Casa Cilea sta andando a termine e
ci sono i presupposti che venga aperta già nel mese di giugno. Da via fratelli
Zoia il Cdd potrà andare a fare le sue attività in via Cilea già da giugno
mentre nel mese di settembre partirà la casa famiglia. - Vorrei risposte in
merito alla non -presenza del direttore di Noale e Narcisi e in merito al
direttore di Statuto che non è neppure previsto.
Dott.ssa Maistri: nell’ambito del 7° Forum abbiamo chiesto ad alcune Associazioni di
portare la loro esperienza nell’incontro sul “durante e dopo di noi” martedì 27 in via Cenisio
perché ci sembra importante che anche queste esperienze emergano. – Rispetto al Cdd Statuto in effetti al momento
manca il funzionario e vedrò di verificare con la P.O. Alice Zangani sulle
criticità espresse dalla sig.Manzoni. Stiamo cercando di capire se una persona
può rientrare a tempo pieno in servizio o se sarà necessario un funzionario in
più. Per quanto riguarda invece il nuovo funzionario assunto che ha avuto
difficoltà a raggiungere i Centri Noale e Narcisi, abbiamo definito con la
Direzione Centrare di monitorare la situazione fino a maggio prima di procedere
alla sostituzione. Capisco che ci siano delle difficoltà, però questa persona
ha vinto un concorso, è stato assegnato, se le difficoltà permangono a maggio
prenderemo provvedimenti. – Il tema
dell’Osservatorio sulla 112, così come è stato definito dalla sig.Manzoni,
pensiamo a come potrebbe essere realizzato, anche con la partecipazione dei
genitori.- L’ultima cosa, per quanto riguarda Piazza Turr, invito i genitori a fornire una disponibilità
per fare un Tavolo di lavoro, come diceva appunto il sig.Giomini, d’accordo con
la parte tecnica a cui bisogna dare le esigenze specifiche. Poi loro andranno
probabilmente a vedere delle soluzioni esistenti e stenderanno un progetto di
massima. Così siamo rimasti d’accordo, appena ci sono i rappresentanti dei
genitori e, sarebbe bene, anche i rappresentanti del Municipio, possiamo
cominciare.
COMUNICAZIONI
DELL’ESECUTIVO
Prossimi Coordinamenti
del 2018: 22 maggio e 12 giugno.
PROSSIMO
COORDINAMENTO 17 aprile - ore 10 al Centro BONOLA
Per discutere il
seguente ordine del giorno: - relazione del Presidente
- notizie varie C.D.D
- varie ed eventuali
La Segretaria Il Presidente
Daniela Zanchi Mazza
Pinuccia
Pisoni
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