Sentenza tar Lazio
Il nuovo Isee è già da rifare. Il Tar dà ragione ai
disabili
4 ore fa
Il
Tar del Lazio ha riconosciuto che indennità di accompagnamento e pensioni di
invalidità non possono essere considerati redditi da includere nel calcolo
Isee. Soddisfatto il presidente di Anmil e Fand. Per il consulente legale di
Anffas onlus occorre che ministero e governo riscrivano velocemente il decreto
·
·
·
·
·
Pensioni di invalidità ed indennità di accompagnamento non
possono essere considerati redditi ai fini del calcolo dell’Isee (Indicatore
della situazione economica equivalente). A dirlo è il Tar del Lazio che ha reso note le sentenze relative
a tre ricorsi presentati da diverse associazioni dall’Utim (Unione per la tutela delle persone
con disabilità intellettiva) di Torino al raggruppamento nazionaleCoordinamento disabili Isee
No Grazie. Uno dei ricorsi riguardava anche l’iniquità che si
veniva a creare nel campo delle franchigie in caso di presenza di disabili nel
nucleo familiare dal momento che la stessa franchigia era più elevata nel caso
dei minorenni. E anche questo è stato accolto dal Tar.
In pratica con le sue sentenze il Tar del Lazio ha dichiarato in parte illegittimo l’art. 4 del Dpcm 159/2013 nella parte
in cui include nel computo Isee le provvidenze economiche erogate dallo Stato a
sostegno della disabilità. Un provvedimento che fin dalla sua nascita
aveva suscitato la contrarietà e le critiche di tutto il mondo della disabilità
che si sentiva pesantemente penalizzato. Non erano servite audizione e i
tentativi di concertazione (vedinews del
febbraio 2014). Alla fine c’è voluto un tribunale per far vedere che così come
era il nuovo Isee penalizzava disabili e invalidi civili.
Soddisfazione esprime Franco Bettoni,
presidente di Anmil e Fand per l’accoglimento da parte del Tar del Lazio
del ricorso presentato dai familiari dei disabili «contro la riforma
dell’indicatore della situazione economica equivalente entrata in vigore a
inizio 2015, che ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo del reddito per
l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali agevolate, sfavorevole per le
persone con disabilità più gravi».
Secondo i giudici amministrativi, infatti, non è dato
comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito che dovrebbe riferirsi
a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di
ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o
risarcitorio a favore delle situazioni di disabilità, quali le
indennità di accompagnamento, le pensioni Inps alle persone che versano in
stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi Inail.
«Una pronuncia, quella del Tar, pienamente in linea con quanto denunciato dall’Anmil già nelle prime
fasi di elaborazione del regolamento. Auspichiamo che ora il
Governo prenda atto al più presto di questa importante pronuncia, risolvendo
una questione che tutto il mondo della disabilità sta vivendo come una
inaccettabile e ingiusta aggressione dei propri diritti», conclude il presidente
Bettoni.
E adesso? Cosa succederà? Il vecchio Isee non c’è più, mentre
quello nuovo è stato “azzoppato”. «Sono 24 ore che ci stiamo ragionando»
ammette il consulente legale di Anffas
onlus, Gianfranco de Robertis. Se le sentenze fossero state
depositate entro il 2 gennaio, data che era prevista dopo le sentenze, il nuovo
Isee sarebbe stato bloccato, ma al 12 febbraio i Caf hanno
già calcolato i nuovi Isee a chi ne ha fatto richiesta per avere delle prestazioni si è visto
calcolare «le franchigie e le indennità di accompagnamento. Ora quegli Isee non
valgono più, quello vecchio non esiste più e quello nuovo in pratica è carta
straccia» commenta amareggiato de Robertis, nonostante la soddisfazione per la
sentenza.
Non resta che aspettare una nota esplicativa dal ministero
(nell'attesa di una decisione del Governo sull'Isee) che al momento non è
ancora arrivata. Il consulente legale di Anffas onlus osserva che il problema
riguarda solo chi ha chiesto nuove prestazioni dopo il gennaio di quest’anno
con un nuovo Isee «In pratica», precisa de Robertis, «se una persona è entrata,
per esempio, in un centro diurno nel settembre 2014, non si deve preoccupare il
suo Isee vale un anno. Ma adesso c'è un problema in più: ora se io oggi devo
richiedere il documento per accedere a un servizio come sarà calcolato l'Isee».
Per l’avvocato de Robertis inoltre bisognerà vedere quanto tempo impiegheranno
all’Inps a sviluppare un nuovo
applicativo per il calcolo dell’Isee «sarebbe utile a questo punto che il
ministero dicesse che si possono erogare le agevolazioni con riserva, ma per il
momento c’è un totale disorientamento».
Commenti
Posta un commento