Tagliati i sussidi anche agli anziani

Allarme bilancio in Comune:
tagliati i sussidi agli anziani

Con una lettera inviata a 3.300 pensionati (al minimo) Palazzo Marino ha annunciato il dimezzamento del contributo. E il 'modello Milano' del welfare va in crisi anche su disabili, carceri e case di riposo


A parole sono cifre, numeri, aliquote. Nei fatti sono persone: disabili, anziani, poveri. Sono loro le prime vittime, le più colpite dai tagli che arrivano da Comune, Regione e Stato. La sterilizzazione delle formule burocratiche fallisce quando le lettere che arrivano nelle case dei milanesi sono fin troppo chiare. Palazzo Marino ha dimezzato i sussidi integrativi ai minimi vitali, ovvero quegli assegni — valore medio 249 euro, ora diventato 125 euro — che ogni mese ricevono 3.300 persone in seria difficoltà economica, che contano sulla pensione sociale da 459 euro. La decisione vale almeno per il prossimo bimestre, ma le previsioni sono ancora meno rosee. Non fa giri di parole l’assessore al Welfare, Pierfrancesco Majorino, che ha chiesto un incontro al viceministro alle Politiche sociali, Cecilia Guerra: «Speriamo di poter restituire la parte tagliata di contributi dopo questo bimestre. Ma sia chiaro che senza l’aiuto di Stato e Regione nel 2014 dovremo tagliare completamente il sussidio».


È solo l’ultimo, in ordine di tempo, degli esempi concreti di come la mancanza di risorse si sia tradotta in un taglio dei servizi: dopo la sospensione dei ricoveri nelle Rsa per gli anziani, dopo le sforbiciate ai servizi di supporto ai detenuti, dopo — come denunciato dalla Ledha — la scure
calata anche sui fondi per i disabili. La comunicazione è arrivata per lettera a casa di chi riceve questa sorta di “reddito di cittadinanza” erogato da un lustro in base ad alcuni parametri (almeno 60 anni, residenza a Milano, cittadinanza italiana o permesso di soggiorno, pensione minima).

«L’amministrazione, anche in conseguenza della significativa diminuzione delle risorse trasferite dallo Stato agli enti locali, è impegnata nel rideterminare le modalità di erogazione dei contributi economici al fine di creare il minor disagio ai cittadini, garantire la maggiore equità possibile, estendere la platea dei beneficiari dei propri servizi»: questa la premessa che porta alla decisione di «ridefinire i criteri per il riconoscimento delle diverse tipologie di contributi» e, ancora, «con decorrenza dalla rata relativa al bimestre maggiogiugno verrà corrisposta la liquidazione di un importo pari al 50 per cento del contributo sin qui ricevuto». Quando si dice la chiarezza.

Spiegano in assessorato che la decisione «senza scampo», di dimezzare per ora i contributi (la lettera si conclude con l’auspicio di «poter rivedere l’attuale importo e, se possibile, riconoscere la differenza») ha, quasi non volendo, una funzione di controllo: perché tra chi è povero davvero, sicuramente la maggioranza dei 3.300 destinatari dell’assegno, «potrebbero anche esserci persone che hanno meno titoli ad avere un aiuto rispetto ad altri che contiamo di intercettare», spiega ancora l’assessore Majorino. La scrematura, quindi, potrebbe avvenire con i controlli sulle istanze di riesame che i pensionati con la minima (in diversi casi ex detenuti che, una volta fuori, non hanno aiuti da nessun altro) che finora integravano con l’assegno del Comune dovranno presentare agli sportelli dei Servizi sociali di zona.

Difficile che venga però digerita questa decisione, pur in questa prospettiva: tanto che alcuni volantini online e appesi nelle bacheche delle case popolari invitano a una protesta davanti all’assessorato, in largo Treves, per lunedì, «perché quella decisione è stata presa senza tenere conto di quanto sia già difficile sopravvivere con un miserabile sussidio». Resta il problema di fondo e, come ammette Majorino, è destinato a peggiorare il prossimo anno, andando ancor più a scavare nella carne degli ultimi, dei più disperati. Senza soldi pubblici, la caccia a quelli privati si fa sempre più aperta: la prossima settimana verrà pubblicato l’avviso per cercare finanziatori per tutte le attività del sociale.

Commenti

  1. la sensazione che vogliano mettere sul lastrico le famiglie si fa sempre più palese e reale. Questa politica dei tagli operata a giugno, il ritardo dell'avvio delle colonie estivo per disabili, il taglio dei contributo alla vita indipendente, tutto sta a significare che se non ci mobilitiamo e protestiamo, ci troveremo in mezzo ad una strada

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

misura b2 appuntamento

Relazione dell'assemblea CPS Bonola del 13 giugno