Compartecipazione alla spesa, due posizioni a confronto.
Ciao
Pinuccia,
Ho
appena letto la tua mail al direttivo.
Intanto
voglio precisare che nella mia mail parlando di disegno definito mi riferivo
all’ISEE nazionale. Non capisco quindi cosa vuoi dire parlando tu di equità. L’equita'
e' riferita ad un trattamento che non deve essere impari. Non ci devono essere
sistemi diversi per l’accesso ai servizi. E per
favore tieni conto che delle oltre 800 famiglie dei cdd non tutte
vogliono la difesa del servizio gratuito: nel nostro direttivo non ero solo io
quella d’accordo con la proposta comunale.
Mi
farebbe poi piacere capire cosa intendi per difficoltà delle famiglie che non
sono state prese in considerazione: ti riferisci alle difficoltà economiche?
Sono tutte da provare: alla maggior parte verrebbe richiesto di pagare 32 euro.
Tranne le persone riconosciute davvero indigenti, quante non possono tirar
fuori 32 euro al mese? Tieni conto Dell’intervento direi coraggioso (visto il
contesto)di quella madre del cdd di Niguarda, favorevole alla
compartecipazione.
Per
piacere, se vogliamo capirci, dimmi quali sono queste difficoltà in più che questa
richiesta del comune aggiunge alle difficoltà che viviamo giornalmente e che
conosciamo da una vita sia noi dei Cdd che degli SFA CAD CSE.
Noi dobbiamo chiedere Servizi e servizi che funzionino
sempre meglio non sempre solo gratuità
Lella
Cara
Lella,
anche io nella mia mail mi riferivo all'ISEE
nazionale, e mi auguro veramente che sia equa la legge, che Maroni non
interferisca con le proposte lombarde, che vengano tenuti in debito conto i
sacrifici che fanno le famiglie.
So
benissimo che ci sono famiglie che possono pagare ben più dei 32 €, so
benissimo che saranno esentati dal pagamento coloro che non supereranno una
certa soglia, basta che la soglia non sia assurdamente bassa.
Le
difficoltà delle famiglie non sono quelle economiche, sono le difficoltà di
accudire ad un figlio disabile, avere accesso agli ospedali con precedenza, non
vedersi negata la visita domiciliare, poter fare gli accertamenti diagnostici
senza stress e traumi, poter andare in vacanza senza dover impazzire per
trovare una struttura idonea, avere i supporti informativi per fare scelte
giuste, per l'auto, per i sollevatori, per tutti gli aiuti e i sostegni che
servono quando hai un disabile motorio.
Avere
accesso al sollievo quando se ne ha bisogno, non dover rimandare un intervento
perché non si sa dove parcheggiare il figlio.
Avere
credito(nel senso di essere compresi, non parlo di soldi) e non sentirsi
rifiutati perché si ha un figlio disabile, psichico o fisico.
Essere
aiutati a scegliere la struttura più idonea per il proprio figlio.
E
ancora: ridiscutere "progettami" anche per i disabili motori.
E
ancora: essere aiutati quando non ce la si fa più.
Ciao
Pinuccia
Cara
Pinuccia
Come
sai Maroni interferira' e come. Hai visto la mail dell'ANFASS in cui e' stata
accettata la condizione richiesta dalla Lombardia?
Comunque
tutte le garanzie che elenchi (e che stanno dentro la frase che ti ho scritto
"dimmi quali sono le difficolta' in piu' che questa richiesta del comune
aggiunge alle difficolta' che viviamo giornalmente") non sono da
addebitarsi solo al Comune: si tratta di responsabilita' della sanita', della
societa' nel suo insieme, della cultura della gente (pensa che oggi camminavo
con mio figlio , come sempre lui corre davanti a me, e lui parlottava da solo
ad alta voce e una stronza che stava parlando al telefonino, incrociandolo, ha
detto "qui c'e' anche un altro matto". Mi e' gia' capitato altre
volte, ma oggi le ho ributatto "matta sara' lei ed e' anche cafona"
ovviamente e' filata via a gran velocita'), e poi si tratta di coperture
economiche che l'amministrazione (complici anche i tagli di regione e stato) non riesce piu' a
trovare.
Un'altra
questione che tu sollevi spesso e' quella del maggior carico e complessita' dei
disabili motori. Io posso concordare che da un punto di vista fisico la
gestione sia piu' gravosa ma chi ha figli con problemi di autismo o di grave
caratterialita', anche in presenza di
qualche autonomia motoria, si trova di fronte ad eventi di insonnia
grave, incomunicabilita', oppositivita', aggressivita' verbale e fisica, etc.
che non costa di meno di un figlio in carrozzina.
Io
ho cercato di ascoltare il genitore sia in assemblea che in commissione
consigliare (era vicino a me): era devastato dalle difficolta' che gli impone
la figlia che non vuole piu' andare al CDD. E sicuramente non e' colpa del CDD:
e' lei che non vuole piu' andarci e magari ha pure ragione perche frequenta lo
stesso posto da 20/30 anni e la famiglia non si pone il problema che forse
bisogna trovarle un'altra strada e gli operatori non sanno come aiutare una
complessita' cosi fuori dalla loro portata perche' nessuno li ha mai abituati a
ragionare in termini di PROGETTO DI VITA.
Quindi
e' su questi temi che noi dobbiamo dare battaglia ....continuare con i temi del
piano di zona perche' fanno bene e servono anche alla testa delle famiglie. Non
sono i 32 euro o i 100 euro che ci rovinano la vita, dobbiamo imparare ad affrontare i contenuti della vita dei nostri figli che
non sappiamo e spesso non vogliamo capire ........
Perche'
non condizionare la nostra compartecipazione all'ottenimento di qualche
risposta in piu': in fin dei conti l'Assessore ci ha promesso che reinvestira'
i proventi della compartecipazione nei servizi per la disabilita'.
Ciao Lella
Cara Lella, non mi fido delle promesse dell’Assessore,
a conti fatti al Comune i nostri ragazzi costano circa 1000€ al mese, quelli
degli ex IDR meno, circa 350€, perché paga 17.50€ al giorno contro i 45€ per i
CDD, questo per un accordo risalente al 2006 e riguardante solo i DDR.
Attualmente ce ne sono circa 30 in Don Gnocchi e altrettanti in Sacra Famiglia
con questo regime, il resto lo mette l’ASL.
Quindi cosa se ne fanno di 32€ al mese? Non
servono a garantire la qualità, che deve essere garantita a prescindere.
Si dobbiamo batterci per la Qualità ma Sara dura. Ci vuole
una inversione di tendenza da parte del Comune, della Regione e dello Stato soprattutto .
I genitori dei cdd
non rinunciano alla gratuità del servizio, perchè è l'unica vera “presenza” del
Comune in aiuto alla famiglia. Tieni
conto che i genitori sono soli ad affrontare la disabilità grave che implica
anche maggiori spese, tantissime rinunce. Non si può chiedere a una famiglia
con disabile grave o gravissimo la solidarietà ai disabili con meno problemi,
non lo accettano. L'unica solidarietà è quella di dire" lottiamo con voi
perchè otteniate i servizi gratuiti". Capisco che non basta, ma
iniziamo a chiedere prima la qualità,
poi discutiamo.
In ogni caso mi auguro che l’ISEE nazionale risolva tutti i
problemi.
Ciao
Pinuccia
letto tutto ! e se andassimo in maniera molto prammatica, mi sembra si usa dire, a rivisitare la collocazione dei nostri figli nei vari centri in base alla effettiva disabilità e se ristudiassimo le tipologie dei servizi in funzione delle diverse patologie e insieme a tutto questo certificassimo i costi dei genitori per i propri figli (dalle medicine che non passa o solo passa in parte il sistema sanitario, agli ausili ortopedici, alle spese per l'abbattimento delle barriere architettoniche e non solo culturali, a quelle per i pannolini piuttosto che le traverse, piuttosto che le siringhe, piuttosto che i microclismi, piuttosto che alle fatiche, alle invalidità che certo alcuni genitori contraggono per assistere i propri figli al di là delle privazioni che siamo anche capaci di assumere senza alcun lamento). Che altro dire, forse la società non dovrebbe pagare noi!
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