Lettera a Egisto


 

Carissimo Egisto

sento il bisogno di rispondere alla tua lettera  
perchè, avendo per tanti anni lavorato insieme
ed essendo tu uno dei familiari che costituisce la "memoria storica" del nostro Coordinamento,
mi sembra importante ... dare risposte ai "dubbi della tua coscienza".
 Pensi che il Coordinamento difenda una linea settaria ed egoista.

Eppure tu ben conosci la storia dei nostri Centri.
I Servizi Diurni per le persone disabili hanno iniziato a nascere una quarantina di anni fa
sotto la forte spinta  dei familiari che richiedevano spazi di assistenza e di inclusione sociale
nei quartieri della città. Questi genitori, oggi anziani, hanno duramente lottato per farsi sentire
ed ascoltare ed hanno, uno dopol'altro,  ottenuto degli spazi( CTR poi CSE ora CDD) che il Comune di Milano, in un' ottica virtuosa e di senso civicoha posto economicamente a carico della comunità  sociale.
 Chi ti ha detto che ci dovremmo vergognare?
Pensi che difendiamo i nostri privilegi e  pensiamo solo a noi stessi.
Intanto è chiaro che non stiamo parlando dei "Paperon de Paperoni" della situazione...:
chi oggi ci definisce come "privilegiati", non ha chiaro che cosa è costato ai nostri "vecchi" avere quello che oggi abbiamo e il fatto stesso che il Coordinamento Genitori esista è la dimostrazione vivente del passato di lotte che ci caratterizza.

Perché,  come ben sanno i genitori più anziani  nulla viene regalato.....
Inoltre noi non siamo un gruppo politico né un'associazione di beneficenza,
rappresentiamo delle famiglie, i bisogni e i diritti delle persone che frequentano i CDD Milanesi
e questo deve essere il nostro punto di partenza.

Difendere la nostra situazione non significa affatto che non siamo solidali con le altre famiglie che da troppo tempo ormai richiedono con urgenza servizi altrettanto necessari e fondamentali per i loro cari, perché abbiamo ben presente quanto l'ambiente, la città nel nostro caso,
si debba costantemente adattare ai nuovi bisogni emergenti e quali siano le difficoltà di famiglie che hanno gli stessi nostri problemi.

Penso invece che noi siamo una forza più organizzata, compatta e riconosciuta di altre e che, in quest'ottica, 
abbiamo il compito almeno di provare a difendere i benefici acquisiti che, grazie a noi, potrebbe diventare esigibili anche da altri.

 TUTTI i servizi sociali "essenziali", per le persone non autosufficienti, le persone con disabilità e anche anziane, come per i bambini, per le donne in difficoltà e le persone in situazione di grave disagio sociale,dovrebbero essere garantiti e sostenuti economicamente dalla comunità ( penso per esempio agli Asili nido che, come le scuole primarie, hanno la funzione di educare alla vita comune e di sostenere la famiglia e soprattutto le donne). 
In questa direzione la via da perseguire ( se pur complicata dal nostro labirinto legislativo) è quella del riconoscimento dei LIVEAS - Livelli Essenziali dei Servizi Sociali- che deve essere richiesto a gran voce, e attuato a livello nazionale e regionale, e garantito dai necessari finanziamenti.
Questo mi sorprende che Ledha Milano non stia facendo e che il Coordinamento CSE/SFA/CAD non abbia capito,smarrendosi entrambi nella logica della "coperta troppo stretta" che deve togliere qualcosa agli uni per dare qualcosa agli altri, invece di utilizzarci come punta di eccellenza verso la quale tendere.
Il problema è che non ci sono i soldi.
Pensi che dividere le nostre briciole servirà davvero a risolvere i problemi di CSE e CAD?

 Mi piace, invece, la proposta del Presidente del Consiglio Comunale, Basilio Rizzo, 
di istituire un fondo di solidarietà dove, tanto per cominciare, far confluire una mensilità degli stipendi più alti di Palazzo Marino.
Ecco, questo sarebbe un bell'esempio e un bell'inizio per poter poi chiedere anche alle nostre famiglie, a quelle che possono,di contribuire a sanare l'incapacità e la disonestà di quanti ci governano, piuttosto che chiedere loro di rinunciare a difendere un diritto acquisito con fatica.
Mi rendo conto che la situazione è complessa, ma mi domando che senso abbia abbandonare l'impegno e il confronto comune.
Noi rappresentiamo delle famiglie con le loro storie, dei percorsi fatti e delle aspettative,
famiglie che ci chiedono di dare voce alle loro richieste, di per sé più che legittime, e, anche se tra di noi le posizioni sono varie e differenziate, è utile e necessario il contributo di tutti.

Pensaci.

daniela

Commenti

  1. Caro Egisto, abbiamo fatto tante battaglie ben più dure di qesta; battaglie in cui non c'era nemmeno l'interlocutore potartando a casa risultati eclatanti per gli interessi dei nostri disabili. Eravamo soli solo con la nostra voglia di riscatto sociale con i grandi carrozzoni(Ledha, Aias, Anfas ecc.) che viaggiavano a copartimenti stagni. Oggi che tutti disquisiscono con l'Amministrazione noi genitori del Coordinamento non possiamo dare un nostro giudizio su certe impostazione di visioni dei problemi dei nostri figli? Siamo un pò con i piedi per terra pertanto, ti chiederei di ritirare le tue dimissioni non capendo a pieno le tue motivazioni. Ti ricordo che l'unione fa la forza e la disgregazione avviene quando ci separiamo isolandoci con noi stessi. Ci sentiamo al precoordinamento Franco

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  2. Caro Egisto, io non ti conosco da tanto tempo, ma credo di averti sempre considerato uno tra noi molto disponibile e sempre pronto a dare le sue energie e il suo tempo.
    Non credo che in famiglie come le nostre, intendo con familiari speciali come i nostri, si possa parlare di egoismo e difesa di privilegi: i nostri ragazzi ci impediscono ogni giorno di pensare ai nostri comodi e ci insegnano come essere disponibili
    verso tutti.
    Tutta la mail di Daniela mi trova assolutamente d’accordo, ma volevo dirti qualcosa di personale anch’io.
    Vorrei che tu ritirassi le tue dimissioni, perché ciascuno di noi, con il proprio carattere e temperamento, è utile ai nostri familiari speciali.
    Ciao
    Elisabetta

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