Sbloccato il Nuovo ISEE
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Cade il veto della Lombardia, si sblocca il nuovo Isee
Riunione
risolutiva con il ministro Giovannini e la vice Guerra. La regione guidata da
Maroni ottiene che l’Isee si possa applicare “fatta salva la programmazione
regionale”. Rambaudi (Liguria): riunione positiva, anche nel metodo
ROMA – Si sblocca finalmente il decreto sul nuovo Isee (Indicatore della situazione
economica equivalente). Il testo potrebbe essere approvato già nella prima
Conferenza delle regioni utile, cioè nel luogo dove alla fine della scorsa
legislatura si era arenato a un passo dal traguardo a causa del voto contrario
della Lombardia. In una riunione svoltasi ieri sera tra il ministro del Welfare
Enrico Giovannini e la sua vice Cecilia Guerra con i rappresentanti delle
regioni sono state infatti accettate le condizioni affinché anche la regione
oggi guidata da Roberto Maroni accetti il testo.
Era stata proprio Guerra, già sottosegretario nel governo Monti, a seguire tutto l’iter del decreto. A questo complesso strumento – che “misura” la capacità economica degli individui di accedere ai servizi sociali e dal quale dipendono le tariffe più o meno agevolate (o gratuite) che si possono ottenere – erano state apportate innovazioni radicali volte a renderlo più efficace, moderno e soprattutto in grado di venire davvero incontro alle fasce più fragili della popolazione. O, come si dice nella relazione che precede il testo, di avere più “capacità selettive nella ‘coda bassa’ della distribuzione dei redditi”.
Il testo era stato frutto di una lunga e a tratti contrastata consultazione con sindacati e associazioni, ma non aveva potuto diventare realtà. Nella riunione di ieri, i rappresentanti del governo hanno accettato l’aggiunta suggerita dalla Lombardia, in base alla quale l’Isee potrà essere applicato da ciascuna regione “fatta salva la programmazione socio-sanitaria” della regione. Ciascuno, insomma, sarà libero di prevedere criteri aggiuntivi per l’accesso ai servizi in base alle disponibilità. Il tutto ovviamente entro certi limiti e salvaguardando l’unicità nazionale dell’Isee.
La Lombardia e altre regioni avevano anche proposto un’altra modifica al decreto, chiedendo che fosse assicurata “l’interoperabilità dei dati”. In pratica, oltre alla disponibilità delle statistiche anonime dell’applicazione dell’Isee, già prevista dal testo, la richiesta è che siano resi disponibili alle regioni e ai comuni anche i dati dei singoli individui. Una questione che pone problemi di privacy, ma sulla quale Giovannini si è impegnato a verificare con il Garante possibili vie d’uscita. In ogni caso ciò non influirà sull’approvazione del nuovo Isee.
La delegazione delle regioni era guidata, su delega del presidente Errani, dalla coordinatrice degli assessori alle politiche sociali Lorena Rambaudi (Liguria), la quale ha commentato positivamente non solo lo sblocco dell’Isee, ma il clima generale della riunione: “E’ stato importante il riconoscimento reciproco dei ruoli attorno al tavolo, la capacità di ascolto del ministro e della vice, la volontà di lavorare insieme. Al di là del merito, il metodo è fondamentale: altrimenti si finisce per dialogare a colpi di pareri, di lettere, di veti ecc. E ciò è sempre di ostacolo alla risoluzione dei problemi”. (st)
Era stata proprio Guerra, già sottosegretario nel governo Monti, a seguire tutto l’iter del decreto. A questo complesso strumento – che “misura” la capacità economica degli individui di accedere ai servizi sociali e dal quale dipendono le tariffe più o meno agevolate (o gratuite) che si possono ottenere – erano state apportate innovazioni radicali volte a renderlo più efficace, moderno e soprattutto in grado di venire davvero incontro alle fasce più fragili della popolazione. O, come si dice nella relazione che precede il testo, di avere più “capacità selettive nella ‘coda bassa’ della distribuzione dei redditi”.
Il testo era stato frutto di una lunga e a tratti contrastata consultazione con sindacati e associazioni, ma non aveva potuto diventare realtà. Nella riunione di ieri, i rappresentanti del governo hanno accettato l’aggiunta suggerita dalla Lombardia, in base alla quale l’Isee potrà essere applicato da ciascuna regione “fatta salva la programmazione socio-sanitaria” della regione. Ciascuno, insomma, sarà libero di prevedere criteri aggiuntivi per l’accesso ai servizi in base alle disponibilità. Il tutto ovviamente entro certi limiti e salvaguardando l’unicità nazionale dell’Isee.
La Lombardia e altre regioni avevano anche proposto un’altra modifica al decreto, chiedendo che fosse assicurata “l’interoperabilità dei dati”. In pratica, oltre alla disponibilità delle statistiche anonime dell’applicazione dell’Isee, già prevista dal testo, la richiesta è che siano resi disponibili alle regioni e ai comuni anche i dati dei singoli individui. Una questione che pone problemi di privacy, ma sulla quale Giovannini si è impegnato a verificare con il Garante possibili vie d’uscita. In ogni caso ciò non influirà sull’approvazione del nuovo Isee.
La delegazione delle regioni era guidata, su delega del presidente Errani, dalla coordinatrice degli assessori alle politiche sociali Lorena Rambaudi (Liguria), la quale ha commentato positivamente non solo lo sblocco dell’Isee, ma il clima generale della riunione: “E’ stato importante il riconoscimento reciproco dei ruoli attorno al tavolo, la capacità di ascolto del ministro e della vice, la volontà di lavorare insieme. Al di là del merito, il metodo è fondamentale: altrimenti si finisce per dialogare a colpi di pareri, di lettere, di veti ecc. E ciò è sempre di ostacolo alla risoluzione dei problemi”. (st)
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